Storia dei Manga

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*•*Luna*•*
view post Posted on 15/10/2007, 16:45




Dall'antichità al Novecento
I primi "edo"


Verso il 1600 i manga sulle pareti dei templi cominciarono a essere considerati come delle attrazioni.

Per renderli visibili a un pubblico più ampio, vennero riprodotti su tavole di legno, facil-mente trasportabili in città e villaggi. In quest’epoca a fianco del termine “manga” cominciò a essere usato il termine “edo”, mentre per “manga” si cominciò a intendere lo stile del disegno più che il disegno stesso.

Gli “edo” riproducevano soggetti meno religiosi di quelli dei templi. Spesso si trattava di grafiche erotiche, ma anche piante di costruzioni e striscie di satira. Le figure erano composte in monocromia, con profili raramente colorati in maniera rudimentale.
Dall' "edo" al "Toba-e"

Nel 1702 Shumboko Ono, uno dei primi celebri artisti manga, volle raccogliere un campionario dei suoi disegni in un libro, che è rimasto fino ai nostri giorni come la raccolta di manga più antica del giappone. Nel giro di un secolo, la tradizione del “Toba-e”, come furono chiamate queste raccolte, si estese a tutta la società giapponese.

Ancora ai giorni nostri, nell’epoca della televisione e di internet, in Giappone i manga su carta godono di grande popolarità. Alcuni sociologi nipponici hanno addirittura sostenuto che proprio grazie al manga la comunicazione letteraria conserva nel paese un ruolo maggiore di quanto non accada in Occidente.

Quel che è certo è che lo stile manga è utilizzato nei contesti più diversi, non solo per intrattenimento; basti pensare che la maggioranza dei periodici generalisti sono impaginati come manga, per non dire del manuale universitario di economia che pochi anni fa fu pubblicato in questo stile.


Gli anime moderni: il filone della fantascienza


Il papà del primo anime giapponese è stato Osamu Tezuka, che nel 1951 disegnò Tetsuwan Atom, meglio noto all’estero come Astro Boy.
Nel 1963 la televisione nipponica mandò in onda la prima puntata della serie, che durò tre anni con 193 episodi, molti dei quali rimasti inediti al di fuori del paese.

Astro Boy era un robot, creato sulla immagine del figlio morto di uno scienziato e in seguito finito in un circo di robot. Viene salvato dal Dottor Elfun, e sotto la sua guida combatte ogni forza del male che minacci il genere umano. Attraverso Astro Boy, Tezuka voleva trasmettere un semplice messaggio: amare tutte le creature, amare tutto ciò che contiene vita.

Verso la fine degli anni Settanta uscì Galaxy Express 999. Era la storia di un ragazzo, Tetsuro, che viaggia tra le galassie in una sorta di locomotiva spaziale, incontrando nuove forme di vita, sia ostili che amichevoli.
Lo stile di Galaxy Express era più rifinito di quello di Astro Boy, frutto di una netta evoluzione degli anime nel corso degli anni. La storia fu poi trasposta in due film a lungometraggio e anche in una serie tv.

Sempre dello stesso periodo è Capitan Harlock, opera particolarmente di successo in Italia. La prima serie, trasmessa censurata dalla Rai nel 1979 in 42 episodi, è quella più famosa. Intitolata "Il pirata spaziale Capitan Harlock", racconta della guerra contro le mazoniane, donne vegetali alla conquista della Terra.

Nel 1982 uscì anche il film "L'arcadia della mia giovinezza", trasmesso in Italia in quattro puntate e moltissimi tagli da Italia1. E' un preludio alla seconda serie ("SSX orbita infinita", in onda pochi anni fa sul circuito Italia7) ma ambientato in un'epoca antecedente a quella della prima serie.

Il fenomeno nel Sol levante

La pubblicazione, nel 1959, di due riviste settimanali manga per bambini, Shonen Magazine e Shonen Sunday, servì a consolidare l'attuale tipo di cultura dei manga. Entrambe le riviste godono ancora di grande successo.

Ma la rivista fulcro della cultura manga fu Shonen Jump, uscita negli anni Ottanta, con una tiratura settimanale di più di sei milioni di copie e un sistema di commercio affiliato per l'animazione e i videogiochi. Le vendite di SJ sono diminuite a partire dal 1995 e, nell'estate del '97, la pubblicazione ha subito il sorpasso da parte di Shonen Magazine in quanto a tiratura e vendite.

A partire dagli anni Settanta, anche il genere dei manga per le ragazze cominciò a essere popolare, grazie alla produzione delle autrici nate negli anni '60 e quelle appartenenti alla generazione del "baby boom" (1946-1949). Elementi innovativi di questo genere di fumetti furono le sottili rappresentazioni psicologiche, riprodotte facendo ricorso a tipi di tecniche illustrative inedite nei manga per ragazzi.

Negli ultimi anni, le esportazioni dei manga giapponesi in Europa, in America e in altri paesi asiatici sono notevomente aumentate. A Taiwan, a Hong Kong e nella Corea del Sud, paesi una volta famosi per le edizioni pirata, oggi vengono tradotti e pubblicati con regolari licenze dei gruppi editoriali giapponesi, moltissimi manga tra i più popolari.

In Europa e in America, traduzioni di alcuni manga come Akira (di Katsuhiro Otomo, 1988), Nausicaa della Valle del Vento (di Hayao Miyazaki, 1984) e Dragon Ball (di Aki-ra Toriyama, 1986), hanno avuto un grandissimo successo, mentre un numero sorprendente di lettori ha perfino acquistato i nuovi manga importati dal Giappone in lingua originale.

Negli Stati Uniti si tengono da alcuni anni conferenze aventi come tema i manga e l'animazione giapponese. Il fenomeno è in netta crescita in Italia e nel resto d'Europa, al punto che la parola "manga" è ormai diventata un termine familiare in molte parti del mondo.

I manga in circolazione in Giappone sono di un numero veramente notevole, e tutte con caratteristiche e storie abbastanza diverse tra loro. Una serie manga può essere composta da una media di 40 numeri, anche se ce ne sono alcuni che superano i novanta e altri che si limitano ad un solo numero.

Alla conquista dell'Italia

La produzione manga in Italia è molto vasta, anche se incomparabile a quella giapponese. Sono diverse le case editrici che traducono e mettono in circolazione questi manga, anche se molte volte a tirature limitata a causa del ridotto numero di Otaku (in giapponese "appassionati cronici"). Il numero degli Otaku in Italia è comunque in forte aumento, grazie soprattutto agli anime che vengono continuamente mostrati in TV dai canali pubblici e privati.

Le principali case manga italiane sono tre: Star Comics, Planet Manga, Play-press. Un manga è per lo più in formato tascabile, pensato per essere portato nella tasca posteriore dei pantaloni. Nel nostro paese è possibile acquistare questi fumetti sia nei negozi specializzati che, con minore possibilità di scelta, nelle edicole più fornite.

I manga più famosi ora in circolazione in Italia sono: City Hunter, Dragon Ball, Kenshin, Dash Kappei (Gigi la trottola), JoJo, F. Compo, Cat's eye, Ken il guer-riero, Berserk, Bastard, Ranma 1/2, Video Girl Ai/Len, Capitan Tsubasa (Hol-ly e Benji), Patlabor, N. G. Evangelion, Mars, le serie Clamp (X, Clover, Card Captor Sakura, ecc...), Dottor Slump & Arale, I"s, Inuyasha, Lamù, Maison Ikkoku (Cara dolce Kyoko), Rookies, Saint Seiya (I cavalieri dello zodiaco), Yu degli spettri, Mikami, Orange Road (E' quasi magia Johnny), B'T X, Kajika e altre storie brevi come Tra i raggi del sole, Rush, Hojo world, eccetera.

Tra le riviste specializzate che offrono una panoramica del settore, si segnala Lodoss.

 
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scoiattolina20
view post Posted on 15/10/2007, 17:12




sn davvero senza parole *-*
 
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*•*Luna*•*
view post Posted on 15/10/2007, 17:17




ehehehe^^!!!!!!
 
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2 replies since 15/10/2007, 16:45   1823 views
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